FAVANO INTERVISTA FOTI : NUOVI SOCI NELLA SOCIETA?
Inviato: 23/07/2014, 13:26
Reggina, Foti: “Cozza ha il senso di appartenenza, sto lavorando per ingresso nuovi soci”
mercoledì 23 luglio 2014
10:07
di Michele Favano – Appuntamento al S. Agata con il massimo dirigente della Reggina alle 17,00. Siamo entrambi puntualissimi, Lillo Foti si presenta visibilmente stanco, è operativo dalle prime ore del mattino, c’è da programmare la nuova stagione della Reggina, nella sua interezza, aspetti tecnici e societari. L’impatto iniziale ci aveva fatto pensare ad una intervista breve, ne è venuto fuori un confronto di oltre due ore, non tutto riservato all’intervista che segue. Una chiacchierata a trecentosessanta gradi, un Lillo Foti loquace, a tratti anche arrabbiato, desideroso di sfogare e scaricare il grandissimo stress accumulato nell’ultimo periodo. Tra una domanda e l’altra, il suo telefono squilla ripetutamente. Parte l’intervista e subito gli ricordiamo che la Reggina torna in serie C dopo diciannove anni…
“Ci può stare. Ho sempre sostenuto che vittoria e sconfitta appartengono a chi fa attività sportiva. Pensando, però, allo scorso luglio, credevo di raggiungere un risultato diverso, peccando di presunzione, pensavo una retrocessione non ci potesse appartenere e forse questo è stato uno degli errori. Le delusioni più forti ti danno la forza per reagire.”
Perché la Reggina è retrocessa?
“Anche per quello che ho detto prima, insieme ad una valutazione totalmente errata degli uomini, non dei calciatori. La cifra tecnica di coloro che sono arrivati la scorsa estate la ritengo ancora di buon livello, dal punto di vista umano invece…”
Si è dato una spiegazione ai tanti cambi tecnici nelle ultime stagioni?
“Tutta una serie di scelte maturate ed affrontate con entusiasmo che durante il percorso si è perso. Son venuti fuori difetti ed errori, non siamo stati bravi a coprirli, anzi li abbiamo evidenziati portando ancora più danni. In tutto questo ho riscontrato, come detto, molte delusioni dal punto di vista umano.”
La situazione è precipitata dopo la retrocessione o comunque lei sapeva già che la società rischiava molto dal punto di vista economico?
“La retrocessione ha accentuato il problema. Ero cosciente da qualche anno che la situazione del sistema calcio stava cambiando. Avevo cercato di porre i giusti rimedi, il mondo però, alcune volte, va troppo veloce, tanto da non permetterti di poter provvedere in tempo. La serie B ha dimostrato tutta una serie di problematiche nel sistema, la stagione chiude con tre società fallite e altre tre realtà che si sono salvate all’ultimo momento. Questo significa un equilibrio molto precario del sistema.”
La ricorderà come l’estate più negativa dal punto di vista calcistico?
“Dico di si, perché ho rimosso le altre. Momenti storici particolari hanno messo in evidenza estati molto calde nel mio percorso alla guida della società e non solo dal punto di vista climatico. Sempre per errori nostri abbiamo dovuto faticare e lottare. Tutti mi dicono che io sia un lottatore e quindi, mi mettono alla prova per vedere la mia resistenza (sorride).”
Ha avuto veramente paura di fallire?
“No paura no, ma la preoccupazione seria che la Reggina potesse scomparire si. Nell’elenco di valutazioni fatte e che hanno portato a questo stato di cose, ci sono sicuramente i miei errori al primo posto e poi il registrarsi di un disinteresse generale, come se il problema non appartenesse a tutti.”
I tifosi temono che la precarietà possa essere compagna della Reggina ancora per molto tempo, sente di poterli tranquillizzare in qualche modo?
“L’assistenza dei tifosi ed il loro amore rappresentano la migliore medicina affinchè questa precarietà possa ridursi nel tempo. Se invece la squadra non viene sostenuta la malattia rischia di protrarsi più a lungo.”
Come si riconsegna la Reggina ai tifosi ed alla città e quando secondo lei è avvenuto questo distacco?
“Si riconsegna dando dall’interno i segnali più importanti. Certamente dal campo dove la squadra ha il dovere di lottare e combattere ogni minuto di ogni partita. Non tanto per il risultato sportivo, quanto per la trasmissione di quel concetto di attaccamento alla maglia che i tifosi devono percepire subito. L’altro obiettivo è quello di aprire ad una sottoscrizione popolare e di permettere una maggiore frequentazione, indipendentemente da Foti, all’interno della Reggina stessa, tradotto l’ingresso di altri personaggi in società. Ed in questo senso ho già mosso i primi passi.”
Non pensa che il consegnare la Reggina ai tifosi passi anche dal recupero del rapporto tra lei e la gente.
“Ognuno ha il proprio carattere. Il rapporto con il tifoso della Reggina è di stima, io nella vita desidero essere una persona credibile, non cerco consensi solo per la gloria. Che poi una sconfitta o una vittoria venga addebitata ad un solo soggetto è cosa troppo semplicistica, ammettendo sempre quelli che sono stati i miei errori. Allo stesso tempo ritengo che tante cose buone sono state fatte e spero tornino a farsi presto. “
Quanti abbonamenti si aspetta per la prossima stagione?
“Non faccio previsioni, spero che il S. Agata sia una via battuta dai tifosi. Il primo giorno c’è stata una discreta affluenza, i segnali sono positivi. Ovviamente spero che con il trascorrere del tempo vengono confermati, anche perché parliamo di un campionato che si preannuncia di particolare interesse ed appassionante.”
Chiudiamo con gli aspetti più legati al campo. Cozza scelta solo tecnica o anche strategica?
“Cozza identifica il senso di appartenenza che cerchiamo da tempo. Mi auguro dia un contributo importante ad un gruppo che deve essere formato. La determinazione, la voglia, lo spirito di sacrificio dovranno essere armi decisive per noi. “
Dei trenta che oggi hanno iniziato il raduno, quanti andranno via e secondo lei di quanti interventi ha bisogno questa squadra?
“Il tecnico farà le sue valutazioni, poi si deciderà il da farsi. I correttivi andremo a farli durante il percorso. Intanto ci serve un terzino sinistro, attualmente il centrocampo mi sembra il reparto più robusto, ma come detto, tutte le valutazioni le andremo a fare dopo che il tecnico avrà contezza dei calciatori a disposizione.”
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mercoledì 23 luglio 2014
10:07
di Michele Favano – Appuntamento al S. Agata con il massimo dirigente della Reggina alle 17,00. Siamo entrambi puntualissimi, Lillo Foti si presenta visibilmente stanco, è operativo dalle prime ore del mattino, c’è da programmare la nuova stagione della Reggina, nella sua interezza, aspetti tecnici e societari. L’impatto iniziale ci aveva fatto pensare ad una intervista breve, ne è venuto fuori un confronto di oltre due ore, non tutto riservato all’intervista che segue. Una chiacchierata a trecentosessanta gradi, un Lillo Foti loquace, a tratti anche arrabbiato, desideroso di sfogare e scaricare il grandissimo stress accumulato nell’ultimo periodo. Tra una domanda e l’altra, il suo telefono squilla ripetutamente. Parte l’intervista e subito gli ricordiamo che la Reggina torna in serie C dopo diciannove anni…
“Ci può stare. Ho sempre sostenuto che vittoria e sconfitta appartengono a chi fa attività sportiva. Pensando, però, allo scorso luglio, credevo di raggiungere un risultato diverso, peccando di presunzione, pensavo una retrocessione non ci potesse appartenere e forse questo è stato uno degli errori. Le delusioni più forti ti danno la forza per reagire.”
Perché la Reggina è retrocessa?
“Anche per quello che ho detto prima, insieme ad una valutazione totalmente errata degli uomini, non dei calciatori. La cifra tecnica di coloro che sono arrivati la scorsa estate la ritengo ancora di buon livello, dal punto di vista umano invece…”
Si è dato una spiegazione ai tanti cambi tecnici nelle ultime stagioni?
“Tutta una serie di scelte maturate ed affrontate con entusiasmo che durante il percorso si è perso. Son venuti fuori difetti ed errori, non siamo stati bravi a coprirli, anzi li abbiamo evidenziati portando ancora più danni. In tutto questo ho riscontrato, come detto, molte delusioni dal punto di vista umano.”
La situazione è precipitata dopo la retrocessione o comunque lei sapeva già che la società rischiava molto dal punto di vista economico?
“La retrocessione ha accentuato il problema. Ero cosciente da qualche anno che la situazione del sistema calcio stava cambiando. Avevo cercato di porre i giusti rimedi, il mondo però, alcune volte, va troppo veloce, tanto da non permetterti di poter provvedere in tempo. La serie B ha dimostrato tutta una serie di problematiche nel sistema, la stagione chiude con tre società fallite e altre tre realtà che si sono salvate all’ultimo momento. Questo significa un equilibrio molto precario del sistema.”
La ricorderà come l’estate più negativa dal punto di vista calcistico?
“Dico di si, perché ho rimosso le altre. Momenti storici particolari hanno messo in evidenza estati molto calde nel mio percorso alla guida della società e non solo dal punto di vista climatico. Sempre per errori nostri abbiamo dovuto faticare e lottare. Tutti mi dicono che io sia un lottatore e quindi, mi mettono alla prova per vedere la mia resistenza (sorride).”
Ha avuto veramente paura di fallire?
“No paura no, ma la preoccupazione seria che la Reggina potesse scomparire si. Nell’elenco di valutazioni fatte e che hanno portato a questo stato di cose, ci sono sicuramente i miei errori al primo posto e poi il registrarsi di un disinteresse generale, come se il problema non appartenesse a tutti.”
I tifosi temono che la precarietà possa essere compagna della Reggina ancora per molto tempo, sente di poterli tranquillizzare in qualche modo?
“L’assistenza dei tifosi ed il loro amore rappresentano la migliore medicina affinchè questa precarietà possa ridursi nel tempo. Se invece la squadra non viene sostenuta la malattia rischia di protrarsi più a lungo.”
Come si riconsegna la Reggina ai tifosi ed alla città e quando secondo lei è avvenuto questo distacco?
“Si riconsegna dando dall’interno i segnali più importanti. Certamente dal campo dove la squadra ha il dovere di lottare e combattere ogni minuto di ogni partita. Non tanto per il risultato sportivo, quanto per la trasmissione di quel concetto di attaccamento alla maglia che i tifosi devono percepire subito. L’altro obiettivo è quello di aprire ad una sottoscrizione popolare e di permettere una maggiore frequentazione, indipendentemente da Foti, all’interno della Reggina stessa, tradotto l’ingresso di altri personaggi in società. Ed in questo senso ho già mosso i primi passi.”
Non pensa che il consegnare la Reggina ai tifosi passi anche dal recupero del rapporto tra lei e la gente.
“Ognuno ha il proprio carattere. Il rapporto con il tifoso della Reggina è di stima, io nella vita desidero essere una persona credibile, non cerco consensi solo per la gloria. Che poi una sconfitta o una vittoria venga addebitata ad un solo soggetto è cosa troppo semplicistica, ammettendo sempre quelli che sono stati i miei errori. Allo stesso tempo ritengo che tante cose buone sono state fatte e spero tornino a farsi presto. “
Quanti abbonamenti si aspetta per la prossima stagione?
“Non faccio previsioni, spero che il S. Agata sia una via battuta dai tifosi. Il primo giorno c’è stata una discreta affluenza, i segnali sono positivi. Ovviamente spero che con il trascorrere del tempo vengono confermati, anche perché parliamo di un campionato che si preannuncia di particolare interesse ed appassionante.”
Chiudiamo con gli aspetti più legati al campo. Cozza scelta solo tecnica o anche strategica?
“Cozza identifica il senso di appartenenza che cerchiamo da tempo. Mi auguro dia un contributo importante ad un gruppo che deve essere formato. La determinazione, la voglia, lo spirito di sacrificio dovranno essere armi decisive per noi. “
Dei trenta che oggi hanno iniziato il raduno, quanti andranno via e secondo lei di quanti interventi ha bisogno questa squadra?
“Il tecnico farà le sue valutazioni, poi si deciderà il da farsi. I correttivi andremo a farli durante il percorso. Intanto ci serve un terzino sinistro, attualmente il centrocampo mi sembra il reparto più robusto, ma come detto, tutte le valutazioni le andremo a fare dopo che il tecnico avrà contezza dei calciatori a disposizione.”
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