REGGINA, A TESTA ALTA

Di Valerio Romito (Regginalife.com) – Occasione persa: la Reggina non riesce a raccogliere nulla al cospetto della capolista, uscendo immeritatamente sconfitta per una amnesia difensiva, ma soprattutto per non aver concretizzato alcune chiare occasioni che avrebbero consentito di raggiungere quantomeno un meritato pareggio.

Ancora una volta, al cospetto delle “grandi” del girone, gli amaranto non sfigurano ed offrono una prestazione più che dignitosa che non fa trasparire la grande differenza di punti in classifica tra le due squadre, complice probabilmente anche il momento di flessione patito dal Lecce nelle ultime settimane. Certo, in gare del genere e contro compagini di indiscussa superiorità tecnica, se però il gol scaturisce da un tuo gentile omaggio, tutto diventa più difficile, anche se il tempo per recuperare ci sarebbe. Ed infatti l’andamento della contesa lascia intendere che margini di recupero ce ne sarebbero, ma l’ormai acclarata difficoltà a concretizzare fa sì che gli uomini mandati in campo da Maurizi non riescano a tramutare in gol almeno tre clamorose opportunità che avrebbero consentito di agguantare un risultato prestigioso, nonché utilissimo per la classifica, divenuta da ieri decisamente più preoccupante. Potremmo anche annotare l’ennesimo evidente rigore negato di questo campionato, ma ormai preferiamo classificare il tutto come elemento folkloristico tipico di quest’annata.

La vittoria in extremis della Paganese a Fondi, che compensa la mancata vittoria in casa dei campani, sfumata sempre nel recupero, nel turno precedente, pone la Reggina al di sopra di un solo punto sulla zona play out: vanno certo considerati sia il vantaggio negli scontri diretti, che di fatto aggiunge un’altra lunghezza tra le due squadre, nonché la circostanza fondamentale che saranno proprio gli attuali terz’ultimi a fermarsi per la sosta “obbligata” domenica prossima, per cui ottenere un risultato positivo a Bisceglie diventa assolutamente imprescindibile, per poi andare a prendere, di riffa o di raffa, i tre punti contro il derelitto Akragas. Qualora non si verificasse una delle due condizioni, la preoccupazione potrebbe tramutarsi in tragedia (sportiva ovviamente) rendendo gli ultimi 180 minuti inaspettatamente drammatici ed aperti ad ogni eventualità.

Restiamo convinti, anche alla luce della prestazione di ieri, nonché del calendario, che la squadra abbia ancora tutte le possibilità per ottenere una salvezza senza eccessivi patemi, purché la concentrazione e la determinazione continuino ad essere quelle giuste, e che non si dia nulla per scontato. Continuiamo però a non capire l’intransigenza tattica del mister, che sotto di una rete in casa in una gara in cui si sta dimostrando di lottare ad armi pari con l’avversario, continua a non prendere in alcuna considerazione l’idea di un cambio di schieramento più offensivo, limitandosi a sostituire le pedine in campo nei rispettivi ruoli; allo stesso modo, prendiamo atto sia dell’uscita pressoché definitiva dal radar di alcuni elementi, vedi Samb, che del prolungato oscurantismo su alcuni arrivi di gennaio (Arras, Franchi) di cui a questo punto non si capisce il motivo della loro acquisizione. Di tutto ciò ad ogni modo, vi sarà tempo e modo di parlarne a salvezza conquistata…

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