Reggina, le ambizioni non hanno mezze misure

Di Valerio Romito – Cocente delusione: la partita che doveva “consacrare” il nuovo corso amaranto, nonché dare una connotazione precisa al prosieguo della stagione, si è quasi subito tramutata in un dramma sportivo, con un Catanzaro storicamente soccombente in terra reggina che dopo appena mezz’ora aveva posto una pietra tombale sul risultato e sull’euforia degli 11 mila presenti al Granillo. Certo, paradossalmente l’andamento della ripresa avrebbe addirittura potuto trasformare il pomeriggio da catastrofico ad epico (e per poco non ci si è riusciti), ma onestà intellettuale ci impone di ricordare che, nella prima frazione, il solo Confente ha impedito che le dimensioni del punteggio raggiungessero dimensioni tennistiche. Ed al di là delle consuete valutazioni tecniche, più di un tifoso avrà vissuto un deja vu ricordando come, storicamente, altre “chiamate alle armi” avvenute in passato non si siano tramutate in soddisfazioni sul campo, si ricordi per ultima la prima giornata del campionato del centenario, con quasi 20 mila persone entusiaste e speranzose ad assistere ad uno scialbo 0-0, poi purtroppo prodromico alla fallimentare stagione che ne verrà. Ma questo, ribadiamolo, è solo folklore (per fortuna).

L’immediata conseguenza della sciagurata prestazione ha comportato, come è ormai noto, l’allontanamento del tecnico Roberto Cevoli. Ad un osservatore esterno il provvedimento potrebbe certamente apparire di fattura “zampariniana”, considerato l’oggettivo ottimo rendimento della squadra negli ultimi due mesi che ha consentito alla squadra, con merito, di raggiungere le posizioni nobili della griglia play off; un occhio più clinico invece potrebbe far notare come l’ex tecnico del Renate, anche prima del derby, abbia spesso sbagliato l’approccio alle partite, e non si pensi solo alla gara schizofrenica contro il Rieti, ma soprattutto le ultime prestazioni in ordine di tempo, da Viterbo a Monopoli passando per Bisceglie, nelle quali poi, ad onor del vero, lo stesso tecnico aveva posto un efficace rimedio nei secondi tempi. Fatto sta che, evidentemente, la società non ha ritenuto che la capacità del mister di leggere in corsa (e correggere) le partite risultasse, da sola, un requisito in linea con le nuove ed esplicite ambizioni stagionali.

La metamorfosi subita dalla squadra, e conseguentemente la necessità di intraprendere e mantenere un cammino da primi posti che consenta, al netto delle penalizzazioni presenti e future, di raggiungere un piazzamento play off tale da favorire quantomeno un più agevole approdo alle fasi nazionali, fa sì che da ora in poi non ci si possa accontentare di bicchieri mezzi pieni, e dunque si sia valutato l’ormai ex tecnico non adatto ad un organico che non ha più il compito di lanciare i giovani e tenere un rendimento dignitoso, ma che ormai appare obbligato ad imporre il proprio gioco e la forza di un parco giocatori di livello assoluto, ma soprattutto reggere alle pressioni di un ambiente affamato di gloria e contesti superiori e, certamente, più consone alla piazza, e di cui il bagno di folla di domenica pomeriggio è sintomo inequivocabile.

Tale compito è stato affidato al neo tecnico Massimo Drago, di cui ricordiamo soprattutto le brillanti stagioni crotonesi in serie cadetta che hanno preceduto, e probabilmente favorito, il successivo exploit verso la massima competizione nazionale, ma che si ritrova per la prima volta in carriera a confrontarsi in terza serie, ed ovviamente conscio di dover perseguire una mission precisa e con pochi margini di errore, ed al quale non possiamo che fare un grandissimo augurio, consapevoli (e confortati) però anche del fatto che si ritrova non certo una armata brancaleone in disarmo ma un gruppo valido e sufficientemente affiatato, sul quale avrà il dovere di consolidare un’impronta vincente, a cominciare già dal prossimo impegno in terra aretusea ove, riteniamo, un risultato diverso dalla vittoria non può neanche essere preso in considerazione se si vuole perseguire l’obiettivo già in questa stagione. In bocca al lupo a tutti noi.

 

 

Per gentile concessione di Calabriagol.it

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