REGGINA, L’EQUILIBRIO ED IL PIANO INCLINATO

Di Valerio Romito – All’inizio del 1600 Galileo dimostrò, con un esperimento scientifico effettuato facendo rotolare una sfera su un piano inclinato, l’accelerazione costante di un corpo durante una discesa libera: senza ovviamente voler fare paragoni irriverenti, l’esempio serve semplicemente per cercare di far capire il tipo di situazione in cui sembra sia precipitata la Reggina negli ultimi giorni, conditi da una serie incredibile di disavventure a distanza ravvicinata, e di cui la sconfitta patita con il Monopoli rappresenta quasi la naturale conseguenza.

Lungi da chi scrive cercare alibi per una sconfitta che può invece spiegarsi nel modo più naturale possibile; i gabbiani hanno dimostrato sul campo di essere, quantomeno a questo punto della stagione, ad un livello tecnico superiore rispetto agli amaranto. A questo, probabilmente, può però sommarsi una condizione psicofisica certamente non ottimale degli uomini di Cevoli, alla luce degli accadimenti che, come è noto, hanno caratterizzato i giorni di avvicinamento alla gara, a cominciare dalla questione stadio che ha costretto la squadra ad “emigrare” a Vibo affievolendo i vantaggi che possono derivare dal giocare nel proprio stadio, per proseguire con la grana della fideiussione, i cui possibili effetti nefasti stanno certamente turbando, e non poco, l’ambiente, e risulta francamente difficile immaginare che anche lo spogliatoio ne sia rimasto immune.

Ed ecco che il quadro, già sufficientemente problematico, viene completato dalla notizia riguardante l’infortunio occorso a Maritato, che priverà per gran parte della stagione la squadra di un centravanti con caratteristiche non ritrovabili in altri elementi in organico, e che pone il peso dell’attacco su un ragazzo esordiente tra i pro, in attesa del recupero (adesso quanto mai atteso) di Alessio Viola.

Ce ne sarebbe per stendere un elefante: l’effetto più immediato però, ne siamo certi, andrà a ledere quell’operazione volta a recuperare un po’ di entusiasmo in una piazza pericolosamente spenta, e che non sarà certo agevolata, da questo punto di vista, da tale “serie di sfortunati eventi” (per citare i romanzi di Daniel Handler alias Lemony Snicket); il rimedio più immediato ed adeguato, allo stato dell’arte, si chiama equilibrio: l’emotività del tifoso, da sempre irrazionale ed incontrollabile, non può e non deve sancire, dopo appena tre partite disputate ed una stagione lunghissima da affrontare, una dichiarazione di stagione fallimentare, come si sente dire da più di qualcuno in giro. Bisogna cercare di valutare i fatti con ragionevolezza, pensando che lo stadio prima o poi tornerà disponibile (si spera già per il prossimo turno casalingo), ed augurandoci che il preannunciato ricorso al TFN contro la paventata maxi penalizzazione possa venire accolto: da non addetti ai lavori in materia di giustizia sportiva, l’unica considerazione che possiamo azzardare riguarda il fatto che la “famigerata” fideiussione Finworld era stata ritenuta valida e regolare al momento del deposito dagli organi di controllo, che altrimenti avrebbero escluso la squadra dal campionato, così come successo all’Avellino.

Intanto sabato si gioca, e non una gara qualsiasi: il derby con il Catanzaro arriva forse in uno dei momenti meno propizi da un punto di vista mentale; per contro, proprio questa partita lo scorso anno contribuì a far venir fuori gli amaranto dalla “consueta” crisi autunnale. È chiaro che le condizioni, nonché le forze in campo, sono profondamente diverse, e che non ci si può semplicemente appigliare alle buone tradizioni: starà soprattutto al tecnico il compito di trovare le giuste soluzioni, atte soprattutto a ridare alla squadra quell’animus pugnandi apparso smarrito nelle due sconfitte patite in campionato, ed appena intravisto nell’unico successo stagionale, per far sì che quel piano inclinato ridiventi orizzontale, piuttosto che trasformarsi in caduta libera.

 

 

Per gentile concessione di Calabriagol.it
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