REGGINA, MEGLIO NON OSARE?

Di Valerio Romito (Regginalife.com) – Ancora imbattuti: la Reggina impatta nel difficile campo di Lentini al cospetto di una squadra in che attraversa un buon periodo di forma ed è in piena lotta per l’accesso ai play off.

A dire la verità anche il momento degli amaranto appare brillante grazie ai 10 punti conquistati nelle ultime 5 gare (pausa esclusa) ed una salvezza conquistata nel turno precedente. E sarà proprio grazie a questa serenità che, almeno nel primo tempo, la squadra appare padrona del campo mostrando anche un gioco piacevole che le consente di andare meritatamente in vantaggio con la seconda realizzazione stagionale di Sparacello, che pochi minuti dopo va ad un passo dalla terza colpendo l’ennesimo legno della sua generosa ma improduttiva stagione, spesso per oggettiva malasorte, e che avrebbe probabilmente dato un’impronta decisiva per il risultato finale.

Invece i reggini non solo hanno il torto di non chiuderla, ma scelgono di proseguire nella secondo tempo con un atteggiamento votato completamente al contenimento, se si esclude una buona occasione di Tulissi (ancora a secco la sua stagione in riva allo stretto) nei primissimi minuti della ripresa, il che consente giocoforza ai siciliani di raggiungere il pareggio e sfiorare anche la rimonta nel finale.

Si tratta dell’ennesimo risultato positivo esterno di questa seconda parte di campionato, in cui gli uomini di Maurizi hanno capitolato solo in quel di Catania: se sulla carta il risultato è senz’altro positivo, ci chiediamo però il quale sia il senso, soprattutto dopo il pareggio degli uomini di casa, di difendere strenuamente il risultato in una situazione in cui una sconfitta avrebbe prodotto danni zero vista la salvezza già conquistata, mentre un successo esterno, tutt’altro che irrealizzabile, avrebbe potuto, risultati e matematica alla mano, dato una residua chance, anche se molto difficile, di raggiungimento dell’ultima piazza utile a disputare gli spareggi promozione, e dando dunque al campionato della Reggina un impronta, seppur assolutamente inaspettata, certamente più prestigiosa e consona ai desideri della piazza. L’unica spiegazione che possiamo darci sta nella voglia che traspare, tra società, tecnico e calciatori, di chiudere al più presto una stagione che se è vero che ha visto raggiunto il risultato minimo programmato a due giornate dal termine, non si può dire non abbia vissuto momenti di estrema difficoltà e sofferenza, oltre che un impatto ambientale tutt’altro che favorevole, anzi tra i più desolanti che la storia amaranto ricordi.

Possiamo quindi capire e comprendere come sia la proprietà, già alle prese con la programmazione della nuova stagione che probabilmente vedrà l’ennesima rivoluzione tecnica, “annunciata” qualche settimana fa con l’allontanamento dell’ormai ex direttore sportivo, sia il tecnico di Colleferro, che parla ormai già da ex nonostante il contratto rinnovato, che si starà già guardando in giro in cerca di una nuova avventura professionale, preferiscano terminare quanto prima l’attuale impegno piuttosto che rischiare un prolungamento di stagione che, seppur intrigante, sarebbe stato comunque difficilmente raggiungibile se non a seguito di una serie di risultati concomitanti e molto poco probabili, e dalla quale comunque sarebbe stato realisticamente improbabile ottenere un qualcosa per cui l’andamento stagionale ha già dimostrato la nostra inadeguatezza tecnica.

Dunque occhi unicamente sull’ultima di campionato, per congedarci al Granillo nel miglior modo possibile, e da lunedì pensare solo al futuro.

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